Gli insegnanti, oggi più di ieri, sono chiamati a rispondere a molteplici richieste e gestire livelli di complessità sempre crescenti.
Principalmente complessità relazionali che richiedono una notevole dose di energie da utilizzare su livelli molto diversi: alunni, famiglie, colleghi, personale ATA, educatori, dirigenza scolastica.
Si assiste a cambiamenti spesso troppo repentini nella società in cui viviamo e in cui vivono i nostri ragazzi che negli anni presentano bisogni nuovi e problematiche diverse.
I ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo a scuola e si trovano a far fronte alle richieste e alle complessità dell’impegno scolastico.
Spesso si trovano in difficoltà, sia per i problemi connessi all’apprendimento, sia per i bassi livelli di motivazione.
L’insuccesso talvolta degenera nel fenomeno della dispersione scolastica e dell’abbandono precoce degli studi.
La scuola, che dovrebbe essere una fonte di riferimento esistenziale per gli adolescenti, fatica a tener conto delle differenze individuali e non sempre riesce a rispondere alle attese degli studenti e dei genitori.
Utilizzo del counseling in ambito scolastico
Il counseling scolastico si colloca in una visione della scuola come agenzia educativa che si occupa della crescita complessiva della personalità degli allievi promuovendo il benessere e prevenendo il disagio. Affinché si ottengano dei risultati positivi nel processo di insegnamento/apprendimento è necessaria una comunicazione efficace e la capacità di gestire le dinamiche relazionali.
Il counseling scolastico ha l’obiettivo di migliorare le relazioni con gli alunni, con i genitori e con i colleghi attraverso strategie basate soprattutto sull’ascolto attivo, la comprensione, l’empatia, l’accettazione dell’altro.
In questo modo è possibile rendere ogni studente protagonista del processo formativo, stimolandolo in modo da poter “imparare a imparare” e facilitandolo nell’acquisizione dell’autonomia.