Due anni di pandemia ci hanno provato, ora il conflitto. Ecco cosa fare per non farsi sopraffare dai pensieri.
La paura della guerra è un sentimento molto comune in questi giorni, e rischia di annientare le già fragili difese per una buona salute mentale.
L’attacco russo contro l’Ucraina ci ha lasciato sbigottiti, non che non lo fossimo, dopo due anni di Covid, alle prese con stress, ansia e paura continua.
Paura e panico, si sa, non sono mai ottime compagne di viaggio, non portano mai con loro niente di buono e vale la pena capire quali sono i meccanismi mentali che ci consentono di gestire la situazione.
Riconoscere i segnali del nostro corpo
Prestiamo attenzione ai segnali che il nostro corpo ci trasmette in situazioni simili.
Cambiamenti nell’appetito, mal di stomaco e l’irritabilità sono segni da non sottovalutare. Prima bisogna pensare a stare bene e solo dopo possiamo cercare di concentrarci sugli altri.
Paura della guerra: dopo la pandemia le risorse emotive scarseggiano
La guerra è già un fattore di stress alto. Quando arriva dopo due anni di pandemia, lo stress potrebbe essere ingestibile. Il nostro corpo reagisce aumentando i livelli di adrenalina, che impattano negativamente sulla capacità di riposare e con la nostra lucidità. Convivere per lunghi periodi di tempo con livelli alti di stress ci trasforma in batterie esauste.
L’incertezza alza notevolmente i livelli di ansia
Il primo problema in una situazione come questa è l’incertezza per il futuro.
Per molti sperano che le tensioni a un certo punto spariscono. Alcuni trovano giovamento evitando di approfondire gli argomenti, altri invece si nutrono di informazione.
Capire quello che sta accadendo può talvolta essere utile per combattere l’incertezza. Ma se si comincia a rimanere sempre attaccati a siti e programmi televisivi e si diventa incapaci di occuparsi di altro, si può andare incontro a conseguenze ingestibili.
Paura della guerra: il senso di impotenza
Un altro sentimento che ci coglie è quello dell’impotenza. I cittadini non sanno cosa poter fare per cercare di far fermare il conflitto. Far sentire la propria voce attraverso manifestazioni per la pace, oppure donando denaro o beni di prima necessità alle popolazioni afflitte può farci sentire meglio.
Prima di aiutare gli altri, aiutiamo noi stessi
Occuparsi degli altri è un sentimento molto nobile. Se si esagera, però ci si può sentire sopraffatti.
Come affrontare il tema in famiglia
- Accogliere le emozioni dei oiù piccoli e porsi in una situazione di ascolto attivo attento ai messaggi verbali e non verbali
- Aiutare i bambini a fare chiarezza dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, rispettandole e favorendone l’espressione
- Prendere sul serio le paure dei figli, senza sminuirle
- Spiegare la funzione delle paure: anche in natura, la paura, ha lo scopo di proteggerci dai pericoli dell’ambiente circostante
- Chiedere la loro opinione: può essere utile a ridefinire eventuali convinzioni sbagliate
- Rispettare il desiderio del bambino di non parlare di questi temi, se espresso
- Prestare particolare attenzione alle nostre reazioni: i bambini ed i ragazzi sono influenzati dal nostro comportamento e la paura può essere molto “contagiosa”
- Scegliere con i propri figli letture o video specifici da viosionare da soli o con voi: non a tutte le domande dei figli è necessario dare una risposta.