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Pippi calzelunghe, il mio eroe!

Quando occorre un aiuto, ci sono i super eroi a cui possiamo rivolgerci, i nostri aiutanti preziosi. Io ne ho una a cui mi rivolgo nei momenti di difficoltà, ve la presento : Pippi Calzelunghe!

Quando occorre la chiamo ..è una parte di me , la mia parte Libera , leggera e Creativa. Perchè in fondo ognuno ha il suo supereroe ed è sufficiente ascoltarlo all’ occorrenza

Chi è Pippi Calzelunghe

Come Pinocchio, Alice, Harry Potter –, a Pippi, ovvero Pippilotta Viktualia Rullgardina Krusmynta Efraimsdotter Långstrump (tradotto Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraimsilla Calzelunghe) toccò in sorte una fraterna intimità con milioni di bambini e ragazzi, finendo per vivere di vita propria e diventando più famosa della sua creatrice. L’opera della Astrid Lindgren, infatti, fu quasi oscurata dalle sue avventure: vero asso pigliatutto, proprio come lo è Pippi personaggio, inesauribile, spiazzante, costantemente al centro dell’attenzione.

Nata nel 1941, Pippi deve nome ed esistenza alla fantasia di una bambina di sette anni, Karin, figlia di Astrid Lindgren, che, a letto per una polmonite, chiese alla madre di raccontarle la storia di Pippi Calzelunghe.

Fu, dunque, Karin a inventare il nome geniale. Ma tutto il resto è opera di Astrid e da lei fu scritto nel 1944, dopo che, costretta all’immobilità a causa di una caduta sul ghiaccio, trovò il tempo per trascrivere le storie che aveva raccontato alla figlia, pubblicate poi nel 1945. Parlando di Pippi, Karin, ormai adulta, racconta di essersi sempre identificata più che con la protagonista, – troppo diversa da lei, così forte, coraggiosa, ribalda -, con Tommy e Annika, i fratellini amici di Pippi.

Il mondo di Pippi

A fare da contraltare alla natura selvaggia e anticonformista di Pippi ci sono Tommy e Annika che sono l’immagine stessa della domesticità e della normalità. La scombinata famiglia di Pippi è controbilanciata dalla tradizionalissima famiglia Settergren: opposto al pirata Efraim Calzelunghe, capitano della Saltamatta e re dell’isola di Taka Tuka, è l’affidabile avvocato Settergren. All’assenza di madre di Pippi, orfana, fa da contrappunto l’apprensivissima signora Settergren. L’autonomia e il ribellismo di Pippi sono l’altra faccia dell’ubbidienza e della mitezza di Tommy e Annika. A Villa Villacolle, casa scalena e sghimbescia quante altre mai, che vive fra alterne vicende di caos abissali e bizzarre pulizie, è contrapposta la linda casetta di Tommy e Annika, in cui la routine quotidiana è scandita dall’ordine più rassicurante, prevedibile e rigoroso. Alla nordicissima cittadina di Visby fa riscontro la tropicale isola di Taka Tuka. Insomma, una architettura infallibile per sedurre qualsiasi bambino o bambina, fra bisogno di trasgressione e necessità di sicurezza, scatenata immaginazione e sano realismo, libertà sconfinata e senso del limite, burbera selvatichezza ed educata urbanità, rischiosa avventura e confortevole abitudine, anarchismo sfrenato e rispetto delle regole, umorismo e serietà, follia del rischio e senso di responsabilità.

Perchè Pippi è il mio eroe!

Pippi è uno specchio fedele della psicologia infantile. Dotata di un istinto infallibile nei confronti del male e dell’ingiustizia, più di tutto ama ridere, ma sa anche mutarsi senza imbarazzo in giudice impietosa e severa.

Pippi si abbandona al flusso della vita senza temerne le conseguenze, spinta da una curiosità divorante, fortemente ancorata all’essenza delle cose, capace di vivere nel presente con naturalezza, concretezza, intensità, senza tradirsi, senza soccombere alle convenzioni, alle circostanze.

Allo stesso tempo, tuttavia, Pippi, è poco infantile. Dei bambini le manca la timidezza, il pudore, i mille timori, i dubbi, l’insicurezza, la fragilità. In alcuni episodi del libro sappiamo che con la signora Settergren, Pippi contratta direttamente il permesso perché i figli possano stare con lei. Permesso sempre accordato, perché questa madre ansiosa si fida ciecamente della bambina apparentemente più irresponsabile della Terra.

Pippi e gli adulti

Dagli adulti, Pippi, spesso dopo aver dato prova della propria personalità, è trattata da pari. Al contrario degli altri bambini, infatti, possiede tutto il potere e le abilità degli adulti. È forte fisicamente e intellettualmente (una forza spropositata, maggiore di quella del padre pirata), è autonoma, non teme la solitudine, non ha bisogno di essere accudita, è abilissima in ogni faccenda pratica, sa cucinare, fare regali meravigliosi, inventare giochi, eseguire riparazioni domestiche, prendersi cura degli animali, tenere testa a prepotenti di ogni sorta, combattere soprusi, remare, camminare sui tetti, fare la spesa eccetera.

Un supereroe, ma atipico

Pippi è una sorta di super eroe. Ma è un supereroe atipico perché è piccola e donna. Una corrente di magia attraversa le sue membra: è quella che le fa sollevare un cavallo, o la fa conversare alla pari con alberi e animali (per esempio con il brocco Zietto e la scimmietta signor Nilsson). Dunque è anche fata o, forse, meglio, dea: una dea protettrice dell’infanzia.

Il fascino di Pippi Calzelunghe

Cos’era ad affascinarci in questa figlia di pirata dalle trecce orizzontali? Non la libertà, ne avevamo abbastanza della nostra, che confinava, a volte, con la solitudine. Non la trasgressione: trasgressive lo eravamo non per scelta, ma per educazione.

Pippi, nella sua meravigliosa Villa Villacolle, ci indicava, semplicemente, una possibilità, una via d’uscita. Pippi, ci rassicurava. Ci diceva che la diversità, minacciosa, perché penalizzata, nel nostro mondo, era possibile. Poteva addirittura trasformarsi in autonomia, in felicità, in forza

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